DON LORENZO MILANI
Lorenzo Milani nacque a Firenze il 27 maggio 1923.
Nel 1930 si trasferì con la famiglia a Milano, dove conseguì la maturità classica.
A causa della guerra, nel 1942, ritornò a Firenze el'8 novembre 1943 entrò nel Seminario Maggiore per farsi sacerdote.
Il 13 luglio 1947 fu ordinato prete e mandato a San Donato di Calenzano (Firenze) dove fondò una scuola popolare per giovani operai e contadini.
Nel 1954, fu nominato priore di Sant'Andrea a Barbiana, una piccola parrocchia di montagna e dedicò la sua vita al servizio dei poveri e degli oppressi fondando una scuola basata su principi di forte collaborazione e di rispetto sociale.
Nel luglio del 1966 i ragazzi della scuola di Barbiana, sotto la guida di don Lorenzo, iniziarono la stesura di " Lettere a una professoressa ", che fu pubblicata nel maggio del 1967.
Don Lorenzo morì a Firenze un mese dopo, il 26 giugno.
TRACCIA DI DISCORSO CHE DON LORENZO FECE ALLE MAMME DI SAN DONATO IL 26/7/1953
"Quando penso ai vostri ragazzi il mio primo pensiero è alla loro poca istruzione e il mio tormento è che non si possono portare a superare a scuola i figli dei signori per superarli poi nella vita e prendere le redini d'ogni cosa. Quando conto quanti n'è passati a Prato e quanti sono pochi quelli che strappano un diploma d'avviamento allora io do la colpa alle scuole elementari di campagna che son fatte male, ma a voi mamme vorrei dire qualcos'altro:"Siete fatte tanto male anche voi".
Sì, voi, perchè il problema della scuola è più un problema di educazione che di istruzione. Passare alle medie o all'avviamento è solo questione di voler passare. Non occorre intelligenza nè doni, ma solo volontà di studiare e d'applicazione. E a questo punto siamo nel vivo del vostro errore e nella più grossa tragedia della nostra gioventù.
Sapete voi bene la differenza tra voglia e volontà ?
Avete voi educato i vostri ragazzi a non seguire mai le loro voglie ma solo la loro volontà ?
Me l'avete mai detto: "che la ci vuol fare, non ha voglia di studiare"?
Non avete mai ammesso che i vostri figli considerassero una spiegazione valida il dire:"Non ne ho voglia. Ma se non se ne ha voglia non è possibile studiare" ?
In questo sentire il contrasto tra voglia e volontà è l'assenza della religiosità d'un uomo. Chi lo sente crede in Dio e si salva. Qui è l'essenza del cristianesimo, il simbolo stesso ce lo ricorda, la Croce. A Dio si crede se si ha orrore del peccato, il desiderio di vincere le vogliette con la volontà, far dominare lo spirito sulla materia, l'anima sul corpo, l'intelligenza sulla bestia. Gli si crede perché si ha bisogno del suo aiuto per non peccare. E a Dio si crede quando si ha orrore del peccato fatto, desiderio di cancellarlo, d'aver pace. Quando il rimorso è vivo, è vivo il desiderio di ricominciare da capo una vita nuova.
A Dio si crede dunque quando si ha bisogno del suo aiuto e del suo perdono. Voi potete fare in modo che i vostri bambini mettano fin da piccini la bellezza e la necessità di questa lotta e di questa vittoria. Le sorti della religiosità del mondo di domani sono nelle vostre mani. La mano che muove la culla muove il mondo dice un proverbio spagnolo. E voi dunque muovetelo, fate che arda d'amore a Dio. Tenete in alto il vostro bambino e fate che sia lampada che arda.
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